Fatturato che per il 2018 punta ai 140 miliardi di euro con un export lanciato verso i 34 miliardi.
Si è aperta con le promesse da record del settore, “ Il Quinto elemento. Made in Italy with care”, l’assemblea pubblica di Federalimentare dalla XIX edizione di Cibus. Un incontro dedicato “alla straordinaria capacità del nostro paese di trasformare un elemento comune come latte, grano, carne in un’eccellenza alimentare come Parmigiano, pasta o culatello” – ha detto Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare.
E commentando la straordinaria performance dell’alimentare ha affermato: “Se il 2017 ci aveva già portato a livelli pre-crisi, è il 2018 che segna la definitiva riscossa e consacra l’agroalimentare come il settore trainante del Paese con una crescita del +3,5% che conferma e supera quella del totale dell’industria”. Ad essere frenati, però, sono ancora i consumi interni che si attestano su -0,2% in valore e -0,4% in volume, “ecco perché sarebbe irresponsabile oggi non disinnescare la salvaguardia degli aumenti IVA – ha proseguito il presidente – un provvedimento che non farebbe altro che accrescere il gap tra le famiglie che possono comprare prodotti premium e quelle che non possono avere garantiti neppure gli alimenti essenziali”. E proprio in questo senso va l’auspicio di Scordamaglia di avere quanto prima “un governo autorevole capace di sciogliere una volta per tutte i lacci e i lacciuoli di una burocrazia ingombrante e che salvaguardi il potere d’acquisto delle famiglie italiane continuando a tutelare sempre di più le nostre eccellenze nel mondo”.
Centrale, quindi, la protezione dei nostri prodotti. Contraffazione e diffusione dell’Italian Sounding infatti equivalgono a 90 miliardi di euro persi per la nostra economia. “Sono fenomeni che crescono di pari passo con il nostro export e con l’aumentare degli ostacoli al commercio mondiale, come i dazi che rappresentano per un paese esportatore come l’Italia, così come tutte le misure neoprotezioniste del resto, un grave danno”.
“Mai come oggi il mondo chiede food and beverage italiano, così dove i nostri prodotti autentici non arrivano o fanno fatica ad arrivare vengono sostituiti da fake” ha affermato Scordamaglia. Per questo sono fondamentali azioni di comunicazione che da una parte privilegino un approccio scientifico e non sensazionalistico ai temi dell’alimentare, approccio che causa la diffusione delle fake news, e dall’altro che esaltino il valore aggiunto delle eccellenze Made in Italy. “Azioni come quella che Federalimentare sta portando avanti con Ice – ha detto il presidente – e che dà il titolo a questa assemblea, a cui si devono aggiungere accordi con le maggiori catene di distribuzione e di e-commerce, i desk antifrode presenti nelle principali fiere internazionali di settore come ad Anuga e come qui a Cibus, ma soprattutto un costante presidio delle misure di politica estera”.
“Non possiamo essere spettatori quando si decidono le sorti della nostra economia, difendere e promuovere il Made in Italy significa anche vigilare sugli accordi di commercio bilaterale in cui un livello adeguato di tutela delle denominazioni di origine deve essere considerato pregiudiziale dalla Ue per la chiusura degli accordi stessi”. La sfida dell’agroalimentare perciò si gioca soprattutto a Bruxelles. La richiesta quindi è ancora una volta “una commissione che si assuma le sue responsabilità, e rappresentanti italiani sempre più attenti a negoziare regole che valorizzino e tutelino il nostro settore. Solo in armonia di regole uguali per tutti i paesi è possibile garantire la salvaguardia dei consumatori e la competitività del nostro paese”.