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Food Made in Italy: dopo il Covid-19 il talento di innovare diventa corale



Cibus Forum 2020

 

La seconda e ultima giornata di Cibus Forum a Parma è stata dedicata, alle tematiche dell’agricoltura e della distribuzione. Dopo il saluto di Teresa Bellanova Ministro delle Politiche Agricole (in streaming) che ha ricordato, tra l’altro, l’impegno del Governo italiano per contrastare il sistema di etichettatura alimentare a semaforo “che induce a scelte disinformate” e le pratiche sleali in agricoltura, Denis Pantini di Nomisma ha presentato una ricerca su come cambiano i comportamenti dei consumatori italiani nell’era post Covid.

 

Pantini ha anche messo in guardia la filiera agroalimentare italiana: è necessario essere rapidi nell’affrontare la sfida del Green Deal, altrimenti si rischia che altri Paesi europei possano vantare una maggiore sostenibilità dei loro prodotti, tanto più che l’etichettatura a semaforo potrebbe definire i prodotti italiani come meno competitivi.

 

“La partita su cui si gioca il futuro è tra cibo agricolo e cibo sintetico – ha dichiarato Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura – Per noi il cibo deve avere un legame con la terra e siamo contrari al cibo prodotto in laboratorio. Naturalmente siamo favorevoli alle novità scientifiche e tecnologiche e guardiamo con interesse alla innovazione Bio Tech che rappresenta la nuova frontiera per stimolare la produzione, senza operare modifiche genetiche come gli OGM. L’Italia agricola deve produrre di più: oggi solo il 75% di quello che finisce sulle tavole degli italiani è prodotto da noi”.

 

“Per aumentare le esportazioni sarà importante anche il tema delle infrastrutture – ha aggiunto Ettore Prandini, Presidente Coldiretti – le merci agricole dovranno viaggiare meno su gomma e di più su treno, aereo e via mare. Siamo al 7° posto in Europa per trasporto agricolo via mare. Quindi il futuro si giocherà su logistica e interconnessioni infrastrutturali. Come pure sulle energie rinnovabili, con un sempre maggiore ricorso al bio-metano”.

 

“Per rendere sostenibile il sistema agroalimentare – ha osservato Dino Scanavino, Presidente CIA Agricoltori Italiani – bisognerà rivedere il concetto di filiera: oltre ad agricoltura, industria alimentare e grande distribuzione vanno aggiunti i trasporti, l’industria del packaging ed i produttori di macchine, sia meccaniche sia robotiche”.

Scanavino ha anche ricordato che quasi 10 milioni di italiani avranno una minore capacità di spesa per cui si dovrà forzatamente mantenere bassi i prezzi dei prodotti agroalimentari.

 

Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma ha tracciato un bilancio di Cibus Forum: “Abbiamo riunito per la prima volta, dopo il lockdown, i protagonisti della filiera agroalimentare. In presenza abbiamo avuto oltre 1000 operatori al giorno presenti e circa 3mila spettatori in streaming, molti dei quali buyer esteri. Senza contare gli oltre 50 protagonisti della filiera agroalimentare che si sono susseguiti sul palco. La riflessione comune ha portato a definire i seguenti concetti: il lockdown ha spinto i consumatori a capire meglio il valore del cibo e del lavoro che c’è dietro, dunque bisogna insistere sulla valorizzazione del cibo italiano; urgono misure di sostegno all’Ho.re.ca. e in particolare ai ristoratori, che sono i grandi alfabetizzatori del cibo di qualità, in Italia e nel mondo; l’innovazione mescola storia dei territori con le nuove tecnologie, quindi tradizioni antiche, droni in agricoltura e packaging compostabile.

Un bellissimo paesaggio di innovazione policentrica e quindi adatto all’eclettico talento italiano.

Ora l’appuntamento è con Cibus 2021 che inaugurerà il 4 maggio e sarà la prima grande fiera alimentare europea dopo il lockdown”.

 

“Non ci sarà ripresa se non c’è innovazione – ha dichiarato Marco Pedroni nel suo intervento – e per innovazione intendo un rinnovato spirito di collaborazione tra tutti i segmenti della filiera agroalimentare che si basi su pochi punti basilari: accordi di ampio respiro equi per tutti; accorciamento ed efficientamento delle filiere; creazione di valore per i consumatori e non solo per le imprese. Ma innovazione è anche sostenibilità. Il new green deal è una buona idea però va sostenuto con i fatti:
detassare i beni sostenibili e sostenere l’innovazione sui prodotti. Questo servirebbe a impostare nuovi modelli di consumo post pandemia”.

 

Alla sessione è intervenuto anche da remoto Vincenzo Amendola, Ministro per gli Affari Europei, che ha confermato l’impegno di rendere il Green Deal uno strumento utile per la ripresa del nostro Paese. In questo nuovo contesto mondiale, pieno di paure ma anche opportunità, l’Europa ha dato una risposta e l’Italia deve essere pronta a divenire leader in questa fase di transizione.

 

“Le persone sono state molto attente alla sicurezza e hanno riscoperto la ritualità dei consumi in casa – ha detto Guido Barilla - Ci sono stati prodotti come la farina che per alcuni anni sono stati un po' trascurati e che sono tornati sulle tavole e nelle cucine diventando molto importanti. Molte delle abitudini prese in questo periodo lasceranno una traccia anche in futuro. Le persone saranno più accorte su alcuni temi. Si sono riappropriate di riti in parte dimenticati.

 

17 settembre 2020
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