Quando apriamo un contenitore, un vasetto, o quando stappiamo una bottiglia, facciamo sempre poco caso al tappo che è, invece, uno degli elementi più importanti.
Non è solo un elemento della confezione ma soprattutto una garanzia di qualità del prodotto che va a chiudere oltre che spesso, vero e proprio elemento di design. E’ così soprattutto nel mondo del vino, dove il tipo di chiusura può davvero fare la differenza.
Sviluppo e nuove tecnologie per i tappi
Anche il settore dei tappi ha avuto un grosso sviluppo tecnologico negli ultimi anni e infatti attualmente il mercato offre un’ampia gamma di prodotti: tappi di sughero, tappi tecnici e poi ci sono i così detti tappi alternativi, cioè di materiali innovativi ancora poco usati.
Il sughero, il materiale storicamente più usato, ha delle caratterstiche particolari: c’è chi lo ama e lo preferisce come materiale per tappi e chi invece pensa che la sua instabilità possa provocare problemi come il sapore/odore di tappo, senza tralasciare il fatto che è difficile da reperire, soprattutto in Paesi come Australia e Nuova Zelanda che si stanno lanciano nel settore vinicolo.
I tappi in sughero, però, possono essere realizzati anche con altri elementi: ci sono, infatti, i tappi “accoppiati”, costituiti da strisce di sughero di basso spessore e alta densità unite da un collante.
Poi, come dicevamo, ci sono i tappi tecnici, ottenuti tramite sistemi a compressione rotazionale, e agglomerati, ottenuti con sistemi a estrusione, a stampo o a blocchi, sono entrambi prodotti a partire da granuli di sughero uniti da un legante.
Le alternative al sughero nel settore vinicolo
Proprio per trovare materiali alternativi al sughero, la ricerca e l’industria stanno sperimentando. L’Istituto di enologia e ingegneria agro-alimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, per esempio, ha testato tappi sintetici e chiusure a vite.
I tappi sintetici sono realizzati con materie plastiche che appartengono a due categorie di polimeri derivanti una dal butadiene e l’altra dalle poliolefine, a cui vengono aggiunti materiali espandenti. Possono essere realizzati secondo tre procedimenti: lo stampaggio a iniezione, l’estrusione e la coestrusione.
I tappi a vite, invece, sono costituiti da un involucro di alluminio che contiene al proprio interno una guarnizione di tenuta multistrato (poliaccoppiato di polietilene espanso+strato isolante [Saranex, alluminio, stagno] + film trasparente idoneo al contatto con gli alimenti).Per il loro uso è necessaria una bottiglia con il collo adatto, con bocca BVS o BVP e una filettatura esterna sul collo della bottiglia. Le chiusure a vite più diffuse sono la “rote” e la “wak”.